I Setteventi del Pollino

L’Associazione Culturale “I SETTEVENTI DEL POLLINO” si trova a Civita (CS), piccolo e splendido Borgo calabrese immerso nel Parco Nazionale del Pollino. L’obiettivo dell’associazione è quello di dare una nuova immagine alla falconeria, non più intesa come pratica di caccia ma come antica arte legata al mondo dei volatili, ora patrimonio dell’UNESCO. Le attività prevedono un percorso guidato “didattico Interattivo” volto alla conoscenza diretta tra alcune comuni specie di rapaci presenti all’interno del parco e di allevamento. Il percorso non è impegnativo fisicamente basta essere muniti di scarpe comode, pertanto è adatto a tutti e si articola su circa 500/600 mt di comoda passeggiata. Durante il percorso, impareremo tante informazioni legate alla vita, alle curiosità e all’evoluzione di queste creature fiabesche che incontreremo sul nostro cammino, per vivere un’esperienza unica ed emozionante.

Con lo svolgimento delle attività, inoltre, I Setteventi del Pollino desidera offrire anche la possibilità di conoscere e valorizzare l’importanza dell’agricoltura del territorio, anche da un punto di vista ambientale e culturale e promuovere la biodiversità anche nel settore zootecnico.

Il Museo etnico Arbëreshe

Forse non tutti sanno che la Calabria ha una storia profondamente legata con l’antica cultura Arbëresh (albanese) che ancora oggi vive attraverso i secoli. Queste comunità, sul finire del XV secolo, per sfuggire alle persecuzioni turche giunsero in terra Calabra.
Occuparono prevalentemente i territori che il condottiero albanese Giorgio Castriota aveva ottenuto da Alfonso d’Aragona e Qui diedero vita a nuovi centri perfettamente integrati nel territorio, presenti ancora oggi.
Nel tempo, la cultura Arbëresh è stata tramandata nei suoi usi, costumi e tradizioni sia ai propri discendenti, che agli abitanti dei paesi vicini, in un continuo scambio di esperienze e culture che sopravvive nel tempo.
Civita è un borgo fondato da queste antiche comunità, e il Museo etnico Arbëresh, ne illustra i valori, la storia e la cultura materiale e immateriale.

Il museo è nella piazza principale del borgo di Civita, in un palazzo storico che prima ospitava il Municipio. È stato istituito nel 1989 per accogliere manufatti e oggetti di varie categorie (costumi, attrezzi contadini, immagini della liturgia bizantina testimonianze fotografiche ecc…) legate alla cultura Arbëresh e alle sue antiche origini che affondano nel mondo pastorale e contadino.

Obiettivo del museo è raccontare al visitatore la storia che questa popolazione ha dovuto affrontare per affermarsi come comunità. Una storia non sempre facile, ma ricca di spiritualità, valori e tradizioni che sono state conservate con cura.

Il museo presenta un percorso espositivo diviso in sale tematiche che sviluppano una duplice narrazione: una dedicata alla città di Civita e l’altra dedicata alle diverse aree dell’Albania. Una delle sale più suggestive è sicuramente la Sala dei Totem, che ospita due alte strutture in ferro battuto somiglianti a due alberi con rami da sfogliare: uno mostra la storia del condottiero Giorgio Castriota Skanderbeg, l’altro delle fotografie del Ponte del diavolo, uno dei simboli di Civita. Grande attenzione è riservato anche al costume della tradizione: sono esposti sia quelli femminili (di gala, di mezza festa e quotidiano) che quelli maschili. Questi costumi, ancora oggi sono indossati dagli abitanti del borgo, soprattutto durante le feste religiose, come ad esempio il martedì di Pasqua. In questa occasione la musica, elemento cardine della cultura Arbëresh, accompagna balli popolari e momenti di preghiera, dando vita a momenti di gioia e intensa condivisione identitaria.

Il museo, inoltre, ospita al suo interno una biblioteca dedicata a testi sull’etnia albanese grazie ai quali è possibile documentarsi su questa cultura in modo completo ed esaustivo.

Il Santuario delle Cappelle – La Terra Santa in Calabria

“Io Domenico Longo peregrino in Gerusalemme dico che qualsivoglia persona tanto cittadina quanto forestiera sia franca venendo a visitare questi santi luoghi non facendo però danno.” (1595).
A soli 2 chilometri dal piccolo paesino di Laino Borgo (CS), immerso nel silenzio di una natura placida e incontaminata, è il Santuario delle Cappelle, conosciuto anche come Santuario del Santo Sepolcro o di Maria Santissima dello Splendore.

Il Santuario è su un colle in aperta campagna.

Le origini di questo luogo, vero e proprio complesso monumentale, risalgono secondo la tradizione al ‘500. Precisamente nel 1557, quando il devoto Domenico Longo, ebbe una visione in sogno: il sogno pare che fosse ambientato proprio nel suo fondo e qui erano collocate le costruzioni più importanti di Gerusalemme.
Domenico, quindi, decise di recarsi a Gerusalemme in visita presso questi luoghi.
Tornato a casa carico di disegni e progetti, decise di intraprendere un’impresa singolare: edificare la Chiesa della Madonna dello Spasimo (che dovrebbe riprodurre la cappella di Sant’Elena, madre dell’imperatore Costantino) e alcune piccole cappelle (di cui una inclusa nella chiesa) ispirate ad altri edifici visti in Terra Santa: il Santuario cominciava a prendere forma.

Nel tempo sono state aggiunte altre piccole cappelline tutte diverse tra loro, per un totale di 15 oggi ancora visitabili. Tutte fanno riferimento ai luoghi sacri di Gerusalemme legati a Cristo, alla Madonna o ad altre figure importanti della religiosità.
Le prime cinque cappelle che furono dedicate rispettivamente: al S. Sepolcro, alla Natività a Betlemme , alla Buca della SS. Croce sul Calvario, alla Pietra dell’Unzione, all’Ascensione di Gesù sul Monte degli Ulivi. Successivamente furono erette altre due cappelle dedicate alla Sepoltura di Maria SS.ma e a S. Maria dello Spasimo. Altre sette cappelle verranno poi aggiunte nel tempo.
Finemente decorate con affreschi e citazioni di frasi in latino, alcune di esse sono così piccole da poter ospitare al massimo un paio di persone al loro interno.
Ci troviamo di fronte ad un luogo che si offriva come meta di pellegrinaggio a chi, non potendo recarsi in Terra Santa, voleva comunque sentirsi spiritualmente vicino a quei luoghi.
Un intento ambizioso per l’epoca e sicuramente di grande valore spirituale.

La chiesa dedicata alla Madonna dello Spasimo è semplice ed equilibrata: a navata unica con soli due altari siti rispettivamente sulle pareti di destra e sinistra. Sul soffitto vi è l’affresco con la Deposizione di Cristo.
L’attuale facciata della chiesa, anch’essa misurata nelle forme e nei volumi, risale, invece, alla fine del XIX secolo. Nel piazzale del Santuario è posta, tra le altre costruzioni, anche una fontana del 1890 in pietra lavorata.

Ogni terza domenica settembre, si svolge una manifestazione folkloristica che prevede una processione, canti e musiche popolari per celebrare la Madonna dello Spasimo.

Il verde che avvolge i piccoli edifici, l’atmosfera conciliante per la meditazione e la preghiera e il panorama sui bei monti del Pollino, tutto qui riporta il visitatore in una dimensione di calma e tranquillità, lontano dal caos, in cui ritrovare se stesso e la propria spiritualità.

La chiesa di Santa Maria Assunta

Il bellissimo borgo di Civita è noto, oltre che per le tante bellezze storiche e paesaggistiche, anche per essere un’antica comunità arbëreshë che ha saputo mantenere saldamente intatte le sue radici identitarie.
A Civita Oriente e Occidente si incontrano, le culture si intrecciano e la comunità vive in perfetto equilibrio tra passato storico e presente.

Tra i simboli che più avvicinano il viaggiatore a i valori di questa cultura, vi rientra a pieno titolo la chiesa di Santa Maria Assunta, una tra le più importanti chiese di costruzione e rito bizantino, un rito celebrato ancora oggi con forte orgoglio e spiritualità.

La chiesa sorge proprio nella piazza principale del borgo, risale alla seconda metà del 1600 e nasce con un preciso scopo: raccogliere tutti i fedeli che, prima che fosse edificata, praticavano il culto dell’Assunta nelle tante piccole cappelle disseminate per il paese (di cui alcune ancora oggi visibili).

Per questo motivo, la chiesa di Santa Maria Assunta è conosciuta anche con il nome di “Chiesa Nuova”.

Si entra dall’ampio portone centrale collocato sulla facciata, tra le due porte più piccole laterali: il portone è sormontato da un arco strombato che ospita un medaglione con un mosaico di San Biagio, compatrono della comunità.

L’edificio è di grandi dimensioni, ed è composto da tre navate e una torre campanaria che presenta un orologio realizzato nel 1896.

La chiesa al suo interno è decorata secondo il gusto tardo seicentesco. Le navate ospitano altari barocchi e sculture all’interno di nicchie e sono decorate ulteriormente da icone, da bei mosaici policromi e dagli affreschi ottocenteschi di Giovanni Capaccio raffiguranti: l’Immacolata, San Biagio, la Madonna del Rosario, San Domenico, Santa Caterina e la Trinità.

Ma la parte sicuramente più caratteristica della struttura e che merita uno sguardo approfondito, è l’iconostasi.

Questo elemento è tipico delle chiese bizantine ed è una struttura divisoria che separa la parte in cui stanno i fedeli da quella in cui si trovano i sacerdoti durante la celebrazione del rito.

L’iconostasi della chiesa di Santa Maria Assunta risale al 1988, quando Papàs Antonio Trupo si è impegnato per sostituire il precedente altare latino.

La struttura è in legno di noce e ulivo ed è decorata con le icone del Cristo Pantocratore e della Vergine Odigitria, dipinte dal maestro iconografo Alfonso Caccese, e 12 icone realizzate da una scuola iconografica ateniese. Di solito le iconostasi bizantine presentano 3 porte: la centrale chiamata Porta Regale da cui può passare solo il celebrante la porta e altre due riservate al diacono e al resto del clero, schema che ritroviamo anche qui.

Altro elemento particolare e degno di nota è il grande e bel lampadario posto proprio davanti all’iconostasi, nella zona del vima (ovvero dove i celebranti svolgono le funzioni dell rito). Il manufatto risale al XVI secolo e valorizza ancor di più questa zona della chiesa dandole il giusto risalto che merita.

Tutte queste caratteristiche unite al profondo significato simbolico e culturale, la Chiesa di Santa Maria Assunta, si conferma uno dei luoghi più significativi da visitare, durante un soggiorno nell’affascinante borgo di Civita.

Olismo sul monte di Apollo

Questo mondo è il tuo corpo. Questo mondo è la tua scuola. Questo mondo è il tuo insegnante silenzioso.
(Swami Sivananda Saraswati)

Nel cuore del Pollino orientale a 14 km da Civita, Tenuta Masello è una residenza rurale a 1100 mt di altitudine con 3 ettari di castagneto, alberi da frutto ed erbe officinali, luogo ideale per godere della energia della natura in un ambiente incontaminato. Il paesaggio straordinario circondato dalle principali vette del Pollino e dalle timpe di roccia sono lo scenario ideale per svolgere attività olistiche come lo yoga, il bagno di gong, le campane tibetane; le camminate nella faggeta fino alla Fonte del Principe da cui sgorga acqua fresca e pura dai 3000 metri; raccolta e riconoscimento delle erbe spontanee officinali e preparazione di ricette alle erbe per la cura del corpo e della bellezza.

Pangaro Ap Horses

Pangaro Ap Horses è un maneggio e scuola di equitazione nel borgo di Castrovillari, all’interno della riserva naturale del Parco del Pollino. Presso Pangaro AP Horses è possibile vivere esplorare e conoscere il territorio, in un modo nuovo e ricco di emozioni, grazie a percorsi da scegliere, differenti per durata e difficoltà di percorrenza. Gli itinerari disponibili, infatti, sono pensati sia per un pubblico esperto, sia per chi non ha mai praticato equitazione, ma desidera sperimentare le infinite sensazioni che questo sport riesce a regalare, immersi nei paesaggi del Pollino.

Le escursioni a cavallo diventeranno così un’esperienza accessibile e aperta a tutti, da svolgere in totale relax e sicurezza, in compagnia di guide esperte.

Lo staff, altamente qualificato e professionale, saprà accompagnarvi nel mondo dell’equitazione e farvi sperimentare una dimensione ricca di stimoli tecnici e psicologici che consentono una speciale connessione con la natura circostante e una totale sintonia con il proprio cavallo. In sella ai vostri cavalli scoprirete scenari selvaggi, attraverserete corsi d’acqua cristallina e percorrerete sentieri all’ombra di una vegetazione ricca e incontaminata che in ogni stagione saprà offrire colori e atmosfere particolari.

Inoltre, chi lo desidera, potrà seguire interessanti lezioni di equitazione western con cavalli e istruttori qualificati.

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