Il Ponte del Diavolo a Civita: un ponte leggendario

Se dovessimo fare una lista con tutti i Ponti del Diavolo sparsi per il mondo, sicuramente ne perderemmo il conto!
Questa denominazione, infatti, si usa tradizionalmente per indicare un particolare tipo di ponte che, a prima vista, sembra impossibile mantenersi in piedi, a causa della sua collocazione precaria. Ponti così non sembrano opere che l’uomo può costruire da solo, sembrano, piuttosto, il risultato di un patto fatto col diavolo!

Uno di questi suggestivi esempi architettonici è a Civita, un piccolo comune in provincia Cosenza, nel Parco Nazionale del Pollino. Il borgo, oggi Bandiera Arancione, era già abitato al tempo dei romani e il suo antico nome era Castrum Sancti Salvatoris, fu chiamato Civita attorno al 1500, dagli esuli provenienti dall’Albania che qui si stanziarono e ancora oggi popolano la città, formando la minoranza linguistica Arbëresh.
Il Ponte del Diavolo, oggi, è un po’ il simbolo di Civita e da sempre richiama viaggiatori e turisti, desiderosi di vederlo da vicino.

Secondo ultime ipotesi, la costruzione di questo ponte risalirebbe all’epoca medievale, anche se in realtà doveva sorgere su un ponte preesistente di epoca romana, usato per attraversare il fiume Raganello.

Ma come è fatto il Ponte del Diavolo a Civita?

Il Ponte del Diavolo a Civita è in pietra, ha la tipica arcata detta “a dorso d’asino” ed è posto a 260 metri d’altezza sul Raganello. Effettivamente, il ponte insiste su un tratto abbastanza impervio e, osservato da lontano, sembra che quasi sia in bilico sul fiume sottostante. Eppure al tempo stesso pare mantenersi incredibilmente in piedi!
Questa notevole opera ingegneristica, proprio per le caratteristiche che abbiamo analizzato, ha da sempre solleticato la fantasia popolare, secondo cui non poteva essere opera umana, ma diabolica!

La leggenda

Secondo la leggenda, fu un proprietario terriero del posto a volere la costruzione del ponte: così sarebbe stato più facile per lui attraversare il fiume. Rendendosi conto che l’opera di costruzione era ambiziosa, per non dire impossibile, invocò il diavolo in persona, chiedendogli di innalzare un ponte sul tratto indicato: questi avrebbe poi ricevuto in cambio l’anima del primo passante lungo il nuovo ponte. Il Diavolo accettò il patto e nel giro di una sola notte, in cui era in atto un terribile temporale, costruì il ponte.
Tutto quello che restava da fare era attendere il primo passante per ottenere la sua anima!
Ma il proprietario terriero fece attraversare il ponte ad una delle sue pecore, ingannando il diavolo che allora tentò di distruggere la sua stessa opera. Tuttavia l’architettura era troppo resistente e al diavolo non restò che andar via, sprofondando in una nube di fumo.

Gli Eventi

Per ironia della sorte, la sera del 28 marzo del 1998, proprio a causa di un forte temporale il ponte crollò; furono necessari alcuni anni di lavori accurati e precisi, per ricostruire il ponte su modello dell’originaria struttura, che fu inaugurato il 25 gennaio 2005.
A seguito di alcuni studi su documenti d’archivio è emerso, inoltre, che il ponte era già crollato nel 1840. Fu, poi, ricostruito per volere dei comuni circostanti, per i quali il ponte sul Raganello era di grande importanza strategica e logistica!

La Foresta Umbra è ….in Puglia!

Chi sente nominare per la prima volta la Foresta Umbra tutto potrebbe immaginare, tranne che si trovi in Puglia e, per la precisione, all’interno del Parco Nazionale del Gargano.

La denominazione “Umbra”, infatti, significa ombrosa ed è dovuta alla grande quantità di vegetazione e in particolare di alberi che in alcuni punti non lasciano passare i raggi del sole.

Questa bellissima riserva naturale, che in estate è una vera oasi di freschezza e ristoro, in autunno si trasforma in un quadro dai bellissimi colori in cui immergersi.

Gli alberi che in questi boschi hanno trovato la propria dimora hanno una interessante particolarità: sono poco comuni al sud Italia, mentre abbondano nelle regioni del Nord. Qui possono crescere proprio per il clima fresco (e freddo) presente in ogni periodo dell’anno.

Parliamo di faggi, cerri, aceri e tigli che insieme ai lecci tipici della vegetazione mediterranea in autunno esplodono in uno spettacolo dalle mille sfumature dorate e rossicce.  

Un po’ di numeri sulla Foresta Umbra

La Foresta Umbra è situata ad un’altitudine di circa 800 metri;

la sua estensione comprende circa 15.000 ettari;

vanta oltre 2.000 di specie vegetali;

dal 2017 le sue faggete vetuste sono patrimonio UNESCO.

Insomma questa riserva è il paradiso naturale per grandi e piccini che, immersi nei colori della natura, con un po’ di fortuna, potranno incontrare tassi, caprioli e volpi

Visitare la riserva è semplice e ci si può affidare ad organizzazioni e cooperative locali, che accompagneranno i visitatori lungo piacevoli percorsi. In alternativa è possibile anche intraprendere passeggiate ed escursioni da soli, affidandosi alla segnaletica e facendo sempre attenzione e agendo nel pieno rispetto della flora e della fauna locale.

Siete instancabili sportivi?

Allora in questo caso non potrete perdere la possibilità di percorrere svariati itinerari di ogni lunghezza e grado di difficoltà. Inoltre, le numerose aree per picnic, sono l’ideale per una pausa rigenerante delimitate e sono dotate di tavoli in legno e panchine.

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