Cummitu

Banchetto, convivio, si svolge il 19 marzo giorno in cui si festeggia San Giuseppe. La tradizione arriva da lontano, negli anni in cui le famiglie benestanti, nobili e potenti, in devozione di San Giuseppe aprivano le loro cucine ai poveri offrendo loro un piatto caldo fatto di poche ingredienti derivanti dai loro campi. Negli anni, quando le condizioni economiche lo permisero, furono molte le famiglie, in tutto il paese, che sempre in devozione del Santo, offrivano il pranzo. Oggi questa tradizione viene curata dal Centro Sociale “Don Francesco Leone” e richiama molti visitatori.

Festa del Bocconotto

Il Bocconotto è il dolce tipico della tradizione mormannese. Dire bocconotto equivale a dire Mormanno. Le sue origine risalgono ad un passato contadino dove si utilizzavano gli ingredienti della terra per creare in cucina veri capolavori capaci oltretutto di apportare molta energia necessaria a i lavori dei campi. Il Bocconotto è identificativo di Mormanno tanto che da qualche anno l’Amministrazione Comunale dedica un’intera giornata a Re Bocconotto dal peso di circa 2 quintali e che in piazza viene distribuito ai turisti. Dal 2018 il Bocconotto è gemellato con il Peperoncino di Diamante e la Festa del Bocconotto a Mormanno avviene in settembre subito dopo il Festival del Peperoncino di Diamante.

Festa della Bandiera

La manifestazione, di probabile origine cinquecentesca, rievoca un’antica battaglia altomedievale che vide vittoriosa la popolazione di Morano sui Saraceni. Secondo la tradizione, nel combattimento (per alcuni avvenuto tra il decimo e l’undicesimo secolo), uno degli invasori – forse il capo guarnigione – fu tratto prigioniero e in seguito decapitato. L’esibizione della testa sanguinante del moro per le strade del borgo testimoniò alla popolazione l’avvenuta vittoria.

Nelle più recenti edizioni la Festa della Bandiera si è arricchita di scenografie, costumi di epoca rinascimentale, sbandieratori, archibugieri e pistonieri, uomini d’arme.

La forma serpeggiante e la posizione rialzata della strada in cui sfilano i cortei storici rende godibile la bellezza straordinaria degli abiti, di fattura artigianale, esaltando i compositi elementi scenici e narrativi che di anno in anno valorizzano l’evento qualificandolo tra i migliori del territorio.

Il Carnevale di Castrovillari

Le origini del Carnevale di Castrovillari risalgono al 1635 quando venne rappresentata, dinanzi alla sede universitaria cittadina, in occasione dei riti carnascialeschi, la farsa teatrale dell’Organtino.

La prima manifestazione ideata dalla Pro Loco di Castrovillari è datata 1959, quando grazie all’intuizione del prof. Vittorio Vigiano, fondatore dell’associazione stessa, viene organizzata la prima edizione del Carnevale del Pollino e Festival Internazionale del Folklore. Negli anni la Pro Loco ha sviluppato, ampliato e migliorato la manifestazione ridando al popolo il ruolo di vero protagonista che da “spettatore passivo” è ritornato ad essere “attore principale”. Riconosciuto come il carnevale della Calabria, grazie all’imponenza dell’evento ed alle sue ininterrotte 60 edizioni, considerato fin dagli anni 90 come uno dei 10 carnevali più importanti d’Italia, il Carnevale di Castrovillari rappresenta, ad oggi, uno degli appuntamenti italiani carnascialeschi tradizionali più interessanti. A conferma di ciò, l’evento più importante della cittadina castrovillarese è stato inserito, nel 2017, dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo nell’elenco dei Carnevali storicizzati Italiani. Grandi traguardi che premiano non solo la Pro Loco del Pollino ma l’intera Città in quanto sessant’anni di Carnevale rappresentano per ogni singolo castrovillarese un bagaglio di esperienze e di intense emozioni che racchiudono una parte di storia personale e di tutta la Città situata ai piedi del Pollino.

L’intuizione è stata quella di coniugare maschere e folklore, un binomio vincente determinato dall’enorme partecipazione popolare che ancora oggi lo caratterizza. Uno spettacolo che si integra magistralmente con quello del folklore e che ha visto la partecipazione all’evento di gruppi provenienti da ogni parte d’Italia e del mondo. Per ampliare l’offerta, la Pro loco, organizza, all’interno del programma, molteplici attività, culturali, artistiche e sportive. Al concorso dei gruppi mascherati che dal 1989 mette in “gara” la fantasia e l’estro dei gruppi, si affiancano altri eventi volti ad innalzare il livello culturale del Carnevale stesso. Tra i più noti ricordiamo il Premio Carnevale conferito a personalità calabresi del mondo della cultura e del lavoro che si sono distinti per capacità, professionalità e risultati; il Focus attraverso approfondimenti culturali di una nazione o di una determinata area geografica, scelta di anno in anno dagli organizzatori, si estrinseca   con una serie di eventi, spettacoli, seminari, mostre, cineforum, rassegna enogastronomica, a cura della consulta scientifica della Pro Loco del Pollino; il Seminario di StudiDemoetnoantropologici: un appuntamento che si è legato, nel corso del tempo, al Concorso Scolastico con l’obiettivo sia di approfondire le tematiche del Carnevale, con l’ausilio di docenti esperti in antropologia culturale, storia delle tradizioni popolari ed etnostoria, sia di premiare gli studenti che si distinguano con una composizione originale dopo aver partecipato ad una lectio-magistralis.

La sessantunesima edizione si snoda in 10 intensi giorni, da domenica 24 Febbraio a martedì 5 Marzo 2019 ed è così strutturata: incoronazione di Re Carnevale (Giovedì Grasso) che da ufficialmente inizio alla manifestazione alla quale segue un evento oramai diventato fiore all’occhiello degli organizzatori: “’a Sirinata dà Savuzziza”. Ripercorrendo le tradizioni castrovillaresi allorquando “il popolo” si travestiva da “uomo di cultura “ (sindaco, medico, avvocato….) e con strumenti musicali dell’epoca “bussavano” alle porte dei “dotti” inscenando musiche e canti in cambio di vino e salsiccia, la “sirinata” oggi si articola in gruppi spontanei a tema che all’interno di un percorso prestabilito nel centro storico del paese bussano simbolicamente alle porte dei “vasci” (detti comunemente così in quanto rappresentavano i locali in cui conservare le scorte di cibo) dando vita a scherzi, musiche e balli in cambio di vino e cibo. Divertimento assicurato per un pubblico incessantemente coinvolto  in momenti di ilarità e spirito carnascialesco in una serata in cui ovviamente vino e salsiccia (oltre alle varie specialità castrovillaresi) viene offerto gratuitamente. Cuore del Carnevale di Castrovillari sono le due sfilate di gruppi mascherati e carri allegorici, previste per domenica 3 e martedì 5 marzo 2019.

Il Palio cu i Ciucci

Non sarà conosciuto come il Palio di Siena, ma è proprio dalla competizione in forma di giostra equestre toscana che prende origine il Palio cu i ciucci che da ben 22 edizioni anima la sfida tra contrade della cittadina di Laino Borgo. Il lainese, Settimo Rossi, sposato con una contradaiola di Siena decise di replicarlo, alla maniera calabra, e nel 1976 iniziò la competizione tra i rioni che compongono la cittadina del Parco Nazionale del Pollino i quali, al posto dei cavalli usano, per la gara, l’asino sfidandosi in una giostra cavalleresca dal sapore comunitario.
Ritorna il 12 e 13 agosto questo avvincente torneo tra i rioni Cagghienti (gemellata con Mauriani), Casalettu Vavuosu (gemellata con Scala), ‘Mbedi u burgu (gemellata con Iannieddu), Sant’Antonio (gemellata con Vuccalupu Pidali), Sant’Agustinu (gemellata con Chianetti), San Biasu (gemellata con San Primu e Santo Ianni), Santu Vastianu (gemellata con ‘Ncanica) che si contendono la vittoria finale in una due giorni che coinvolge tutti i cittadini. Organizzata dalla Pro Loco con il patrocinio ed il sostegno economico dell’amministrazione comunale, l’appuntamento da evento locale ha saputo assumere un grande rilievo attrattivo trasformandosi in un appuntamento che richiama in città turisti, curiosi ed appassionati del genere.
Come nella migliore tradizione del palio la sera precedente alla corsa si svolge la tradizionale “cena della vigilia”, durante la quale i rioni si ritrovano insieme per consumare i piatti tipici della tradizione contadina: pasta e fagioli, spezzatino con peperoni, salsiccia arrostita, fusilli, trippa cotiche e fagioli. Un appuntamento con la gastronomia territoriale utile alla promozione del fagiolo poverello.
Per l’aspetto agonistico, invece, la corsa viene decretata vinta quando uno dei ciucci completa per intero i tre giri di campo previsti all’interno del perimetro di gara realizzato nell’area mercatale del comune di Laino Borgo, nei pressi del Municipio, che viene allestita con un terreno in terra battura e delimitata da ballette di paglia proprio nel pieno rispetto degli animali in gara. E’ considerato vincitore, però, anche il cosiddetto ciuccio scosso, vale a dire il ciuccio che taglierà il traguardo per primo (dopo i regolamentari tre giri di campo) senza relativo fantino.

L’inverdurata di Pachino, alternativa vegetale all’infiorata!

L’ Inverdurata di Pachino, è decisamente una manifestazione unica al mondo. Sicuramente, infatti, conoscerete le famose infiorate (tra cui quella di Noto è una tra le più spettacolari del nostro Sud), ma cosa sapete, invece, dell’unica invedurata in Italia? Pachino, città in provincia di Siracusa celebre per la produzione del pomodoro che ne prende il nome, è un luogo che grazie al clima e alla vicinanza del mare costituisce un habitat naturale molto favorevole per frutta e ortaggi, ingredienti importantissimi sulle tavoli locali e di tutta la Sicilia. Proprio gli ortaggi e la verdura sono i grandi protagonisti di questo evento che si tiene nella prima metà del mese di maggio. La manifestazione è un concorso in cui i partecipanti realizzano enormi mosaici pavimentali colorati con l’uso di verdure, come suggerisce il nome, e in cui viene premiata la creazione più bella. Partecipare a questa manifestazione è un’esperienza da non perdere. Le vie cittadine, e principalmente Via Cavour, si trasformano in un immenso tappeto colorato dove si alternano opere realizzate da artisti professionisti che utilizzano soltanto verdure e ortaggi di Pachino. Ogni anno l’inverdurata ha un tema differente, che viene reinterpretato dagli artisti partecipanti in tutte le sue sfaccettature, per stupire i visitatori e guadagnarsi il primo premio. A prescindere dal grandioso effetto scenico e dall’originalità dell’evento, questa occasione è anche e soprattutto un modo per riscoprire e valorizzare i prodotti del luogo e sua la gastronomia. Percorrere le vie della città diventa un’esperienza sensporiale tra profumi di basilico e pomodoro fresco che è sicuramente l’ortaggio che fa da padrone tra le trame dei mosaici. Ricordiamo, infatti, che il Pomodoro Pachino, apprezzato per il suo gusto allo stesso tempo dolce ma intenso ha ottenuto la denominazione IGP e ogni anno viene consumato ed esportato in grandi quantità.

Le origini

La prima edizione risale al 2004 grazie ad una iniziativa dell’APAC (Associazione Pachinese Anticrimine), nata nel 1992 e aderente al FAI (Federazione Antiracket Italiana). Lo scopo era quello di richiamare persone dai paesi limitrofi e non, invitandoli a scoprire la città, lanciando un messaggio di accoglienza e legalità.  Il primo anno i mosaici prodotti furono 9, ma il successo fu clamoroso e da allora le adesioni aumentano sempre più, così come il coinvolgimento di scuole, associazioni e fondazioni. L’esposizione dei mosaici dura 3 giorni che vanno dal sabato al lunedì, proprio per permettere a tutti di ammirarli. Nonostante ciò, però, il momento più emozionante e pullulante di creatività è la notte del venerdì in cui tutti gli artisti prendono posto e si preparano per organizzare e creare i loro mosaici. Tutti gli abitanti della città, allora, curiosi ed entusiasti, scendono in strada per sbirciare l’inizio dei lavori e immaginare come saranno le creazioni che ammireranno l’indomani. Vedere i soggetti prendere forma è un’esperienza suggestiva e coinvolgente che unisce spettatori e maestri, che così possono sentirsi parte di un’unica identità. L’Inverdurata di Pachino, inoltre, è inserita nel circuito internazionale delle Arti Effimere. Il suo messaggio che si fonde su agricoltura e cultura esaltando il connubio tra buon cibo e tradizioni locali è sempre più forte ed è un evento di grande impatto, da inserire decisamente nel proprio itinerario di viaggio!    
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