La Giudaica

Nel paese di Laino Borgo, durante le festività pasquali si replica da moltissimi anni un evento dal profilo storico e religioso: La Giudaica – Processo a Gesù.

Si tratta della rappresentazione della Passione di Cristo, estratta dal manoscritto del Morone del 1600 e si svolge il venerdì Santo all’interno del paese tra vicoli e piazze.

Nel paese, durante il periodo delle prove, a molte persone ci si rivolge chiamandola con i nomi dei personaggi della Giudaica e inoltre è frequente vedere gente con barba incolta e capelli lunghi.

L’evento in questione non è una semplice manifestazione bensì un momento di aggregazione locale. Un centinaio di lainesi, tra attori e comparse, si dedica con entusiasmo trascinante a questa rappresentazione. Ci sono bambini, ragazzi, adulti e anziani, tutti coinvolti.

I ruoli vengono affidati seguendo una sorta di scala di valori ma tutti partecipano e posso partecipare nel corso della loro vita interpretando varie parti. Il tutto è contornato da abiti cuciti a mano e rammendati da sarte locali e armature di cuoio create da un artigiano cosentino.

L’evento è unico e raro perché non sarebbe la stessa cosa se non fosse rappresentata lì e senza i lainesi. Si tratta della loro storia, della loro tradizione. Le scene sono toccanti, ci si ritrova a vivere una rappresentazione teatrale fatta da persone che, nonostante non siano veri attori, interpretano le parti con una veridicità d’animo unica.

Perciavutti

Percia ( Buca) Vutti ( botte) rievoca l’antico rito della spillatura delle botti che si svolgeva nei cosiddetti “Vuttari” ( luoghi dove di conservavano le botti con il vino) tra amici e parenti che reciprocamente si scambiavano il piacere di provare la bontà del vino nuovo. L’Associazione “Comunalia”, l’Amministrazione Comunale e il Parco Nazionale del Pollino hanno ripreso e arricchito questa tradizione e ne hanno fatto una grande manifestazione che ormai travalica i confini regionali. Nei quattro quartieri, in cui simbolicamente si divide il paese, si allestiscono i “Vuttari” all’interno dei quali vengono offerti a tutti i visitatori tantissimi piatti della tradizione culinaria mormannese. “Perciavutti” è giunta alla XVII edizione e senza dubbio è l’evento invernale più importante e caratteristico del Sud Italia.

Primavera dei Teatri

Festival sui nuovi linguaggi della scena contemporanea, Primavera dei Teatri testimonia la volontà di un piccolo e suggestivo centro di una tra le regioni più disagiate del territorio nazionale di diventare luogo privilegiato del dibattito culturale nazionale. E conferma la volontà di sfidare la propria condizione di arretratezza culturale, contribuendo al processo di rinnovamento del linguaggio scenico in Italia. Il festival è ormai un polo di riferimento al Sud per la drammaturgia contemporanea e la nuova creatività, cantiere di incontri e confronti tra artisti di diversa estrazione e generazione. Primavera dei Teatri ha contribuito negli anni all’affermazione di molti artisti italiani dell’ultima generazione, alcuni dei quali consacrati in seguito da prestigiosi riconoscimenti. Appuntamento unico nel meridione, il festival riflette sulla società contemporanea, registra idee e interrogativi estetici, punta sui giovani anche rischiando molto. Diretto e organizzato da Scena Verticale, il festival giunge nel maggio 2019 alla ventesima edizione.

Suoni – Festival Etno-Jazz

SUONI” festival Etno jazz” è un evento dedicato interamente alla buona musica, concepito anche nell’ottica di contribuire alla valorizzazione e alla riqualificazione di questa città, con l’obiettivo di diffondere la conoscenza e la cultura anche nel Sud Italia. “SUONI” è un progetto ambizioso ma anche realistico, nato dalla miscela tra musica popolare – world musicjazz: musiche di confine che spaziano da un genere all’altro senza mai invaderlo, rispettandone le origini pur contaminandole con diverse culture.

L’evento prevede tre spettacoli-concerti al giorno, ed un ricco programma di eventi collaterali: dalle cosiddette “guide all’ascolto”, vere e proprie lezioni di musica tenute da insegnanti qualificati e/o dagli stessi artisti partecipanti alla kermesse, ai corsi di apprendimento per la costruzione e l’esecuzione degli strumenti musicali, sino agli spazi dedicati alla degustazione dei vini doc del Pollino.

Periodo di svolgimento: ultima settimana di Luglio; durata della Manifestazione: quattro giorni.

Vallje

I riti pasquali si concludono il martedì con le celebrazioni legate alla rievocazione delle gesta eroiche di Giorgio Castriota Skanderbeg, le Vallje,dove il senso di appartenenza all’etnia diventa sempre più vivo, qui è come se si respirasse un’aria diversa, come se il vento portasse profumi di feste lontane, non solo nello spazio, ma anche nel tempo le tradizioni tornano ad essere realtà viva e musicale. I costumi dai colori antichi e dalle stoffe preziose, che prima di noi hanno indossato giovani spose e belle donne, sembrano animarsi di vita nuova addosso alle fanciulle di oggi. Questa magica atmosfera caratterizza la vallja, antica ridda, dolce, tragica e struggente che ricorda l’eroe Skanderbeg che guidò il suo popolo in terra di Calabria. Una ballata tramandata di generazione in generazione, di canto in canto, che oggi è diventato un accattivante e avvolgente suggestione fonetica cantata e ballata al ritmo di strumenti quali fisarmonica e organetto. Secondo la tradizione, questa festa è la commemorazione di un avvenimento storico molto importante per la storia degli arbëreshë, la vittoria riportata da Giorgio Castriota  Skanderbeg,il quale alla guida di un piccolo esercito, sconfisse le armate turche guidate dal rinnegato Balabano, salvando la cittadella di Kruja il 24 aprile 1467.

Lo storico civitese Serafino Basta ne: “Il Regno delle Due Sicilie descritto e illustrato di Lorenzo Giustiniani” a proposito delle vallje nel 1855 così scriveva:“Nel dopo pranzo di domenica, lunedì, martedì hanno costume di riunirsi varie compagnie di giovani, i quali vestiti alla foggia orientale, con turbanti in testa, con spade levate in alto e con bandiere, vanno cantando i fatti guerreschi e le vittorie dell’eroe di Croia”.Le donne nelle ridde cantano, ancora esse canzoni nazionali ed accrescono il diletto ai curiosi dei paesi vicini che accorrono a divertirsi. E’ tradizione essere state stabilite queste feste per avere nel decorso degli anni, una memoria del natio paese, che imperiose circostanze costrinsero ad abbandonare, ci duole non poter riportare quei canti che il tempo vorace ha ridotto in frazioni sconnesse e siamo dolenti di veder cadere in disuso le patrie costumanze.”

Secondo la storia, i movimenti eseguiti dalla ridda durante la danza rappresenterebbero la tecnica di accerchiamento messa in atto da Skanderbeg contro l’esercito turco, non a caso la vallja  muovendosi imprigiona i forestieri tra le sue spire, essi rappresentano i Turchi che vengono liberati, dopo aver pagato il simbolico riscatto, che nella circostanza consiste nell’offerta di liquori e dolci. La popolazione arbëreshe rimane così collegata idealmente al suo passato epico e con questa particolare manifestazione, tende a saldare i principi etnici per mantenere compatta la comunità.

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