Civita

Civita (CS), uno dei borghi più belli d’Italia e meritevole del riconoscimento bandiera arancione”, è un caratteristico comune in provincia di Cosenza che ancora oggi conserva le antiche testimonianze della cultura arbëreshë (ovvero albanese-bizantina) appartenenti alle storiche comunità bizantine, che giunsero nell’entroterra calabro per trovare rifugio dalle invasioni turche tra il XV e il XVIII secolo. Il significato del nome di questo piccolo borgo si perde tra storia e suggestione: qualcuno sostiene che la parola “Civita” derivi da “çifti”, che in lingua albanese significa “coppia” (in riferimento alla coppia dei suoi principali rioni Sant’Antonio e Magazeno) altri, invece, credono che derivi dal latino civitas (città), mentre per altri ancora non ci si sono dubbi: il nome della città deriverebbe da “qifti”, ovvero “aquila”, denominazione perfetta per un centro antichissimo costruito su alte rocce, incastonato nella selvaggia riserva del Raganello, che guarda il Mar Ionio come un’aquila in volo.

Il borgo di Civita, situato a 450 metri di altezza sul livello del mare, è un gioiello di pietra che si incastra perfettamente tra le alture dei monti del Parco Nazionale del Pollino (di cui fa parte) e la Riserva Naturale delle Gole del Raganello (un’area protetta solcata da canyon e grotte naturali). La sua storia è antica e affascinante e conoscerla vi permetterà di vivere al meglio il vostro soggiorno e di coglierne tutte le sfumature. La fondazione di Civita (come quella di altri centri calabresi) si fa risalire tra il 1467 e il 1471 per opera di una comunità albanese in fuga dalla propria terra, invasa dai turchi. Il borgo, nel tempo, ha vissuto alterne vicende: dopo la fondazione passò ai principi di San Severino e Bisignano, ma questi furono arrestati durante la congiura dei baroni contro il re Ferrante d’Aragona e la cittadina fu di nuovo restituita alla comunità arbëreshë. Nel 1610, Civita, fu venduta ad un privato (Tiberio d’Urso) e successivamente fu integrata nel ducato di Serra di Cassano. Solo nel 1811 ottiene i suoi possedimenti autonomi. Ad oggi, la conformazione particolare del suo territorio gli è valsa il soprannome di “paese delle rocce”: la vallata in cui sorge, infatti, è circondata da montagne e alti pareti rocciose che creano uno scenario naturalistico molto particolare. Proprio a causa della sua posizione e della sua collocazione, Civita ha subìto nei secoli diversi interventi dell’uomo che ne hanno segnato la morfologia, visibili ancora oggi, e che ormai sono un tutt’uno con il paesaggio circostante: uno dei punti d’interesse da non perdere, in questo senso, è la mulattiera scavata nella roccia dell’imponente vetta Timpa del Demanio. La mulattiera traccia un suggestivo percorso nella montagna e porta al celebre Ponte del Diavolo. Secondo la leggenda, questo ponte fu costruito dal diavolo in una sola notte, per una scommessa fatta con un abitante del luogo in cambio dell’anima del primo che avrebbe attraversato il ponte. Con uno stratagemma l’uomo fece attraversare il ponte appena realizzato ad una capra e il diavolo, riconosciuto l'imbroglio, scomparve lasciando dietro di sé una nube di fumo.

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