Napoli e Vesuvio

Quando si pensa a Napoli e all’area vesuviana, vengono subito in mente le antiche città sepolte (e poi tornate a vivere) di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata; ma vengono in mente anche le ricche ed eleganti ville borboniche, le tappe del Grand Tour, la città di Napoli e, ovviamente, il Vesuvio che apparentemente placido guarda dall’alto tutti i comuni che orbitano attorno al suo cratere, e si impone ai viaggiatori come oggetto di ammirazione, sgomento e meraviglia al tempo stesso.

Il territorio di Napoli e dell’area vesuviana comprende la città di Napoli e diversi comuni e città, situati all'interno della sua provincia. Tali centri abitati sono accomunati dal fatto di essere collocati nelle relative vicinanze del Vesuvio, il vulcano in stato di quiete, ma ad oggi ancora attivo, che incombe maestoso su di essi. Alcuni dei comuni situati in questa zona rientrano nel Parco Nazionale del Vesuvio (parliamo di Boscoreale, Boscotrecase, Ercolano, Massa di Somma, Ottaviano, Pollena Trocchia, San Giuseppe Vesuviano, San Sebastiano al Vesuvio, Sant'Anastasia, Somma Vesuviana, Terzigno, Torre del Greco, Trecase), altri invece non sono compresi nel Parco, ma sono ad esso attigui: Cercola, Pompei, Portici, San Giorgio a Cremano e Torre Annunziata. Dal punto di vista geografico la conformazione dell’area vesuviana comprende una porzione costiera protesa sul Golfo di Napoli e una porzione più interna la quale comprende un’area che dalle pendici del Vesuvio si sviluppa fino alla sua sommità. Il territorio ospita diverse specie naturali di grande interesse come l’acero e l’ontano napoletano, varie tipologie di orchidee e di ginestre (a cui Leopardi dedicò la celebre e bellissima lirica); tra la fauna un posto d’eccezione spetta, invece a volpi, faine e donnole. L’ecosistema vesuviano, inoltre, presenta le condizioni perfette per la coltivazione di prodotti tipici locali, quali vitigni che generano vini famosi in tutto il mondo, albicocche, gelsi, ciliegie e pomodori del Vesuvio, conosciuti come i Pomodorini del Piennolo (raccolti e tenuti insieme grazie ad uno spago e assumendo una conformazione a grappolo).

Cosa fare a Napoli e all’interno dell’area vesuviana? Le opzioni sono tantissime. Innanzitutto consigliamo un’escursione sul Vesuvio dove è possibile praticare percorsi di trekking e itinerari di facile percorrenza a diverse altezze, fino al cratere, e godere di un panorama che abbraccia tutto il Golfo di Napoli. Una visita alla città di Napoli, poi, è d’obbligo: qui potrete scegliere se immergervi nella cultura e nell’arte visitando i suoi musei (Capodimonte e il MANN, solo per citarne due) e le sue tantissime chiese (Santa Chiara, Cappella Sansevero, la Chiesa del Gesù ecc…); oppure potrete visitare il centro storico, o il lungomare con il Castel dell’Ovo o, ancora, progettare una fuga romantica a Marechiaro. Area Vesuviana significa anche e soprattutto scavi archeologici: quelli di Pompei ed Ercolano sono una tappa immancabile, e visitare una città rimasta cristallizzata a 2.000 anni fa vi toglierà il fiato! Ma forse non tutti sanno che ci sono altri gioiellini di epoca romana, più piccoli di Pompei ma bellissimi per affreschi, architetture e ritrovamenti archeologici: parliamo degli scavi di Torre Annunziata (qui troverete affreschi eleganti e dai colori indescrivibili) e di Boscoreale, dove presso il museo Antiquarium viene raccontata la vita quotidiana, in tutti dettagli, che si svolgeva presso le città distrutte dal Vesuvio nel 79 d.C. Voglia di atmosfere signorili che richiamano i fasti dell’epoca borbonica? Allora dovrete andare a caccia delle ville del Miglio d’Oro, un’area geografica compresa tra San Giovanni a Teduccio ed Ercolano, caratterizzata da ville signorili settecentesche, alcune private altre visitabili (come Villa Campolieto o Villa Favorita o come la Reggia di Portici, residenza reale): queste architetture sono vere e proprie opere d’arte che ornano le strade cittadine in tutta la loro bellezza. A Massa di Somma, centro che subì fortissimi danni nell’eruzione del 1944, è possibile, invece, andare alla scoperta di masserie vesuviane ottimamente conservate mentre a Sant’Anastasia sono ancora attive botteghe dedicate alla lavorazione artigianale del rame che aspettano solo di essere visitate.

Il territorio di Napoli e dell’area vesuviana è vasto e composto, come abbiamo visto, da diversi comuni, pertanto anche le pietanze tipiche che troviamo in quest'area saranno tante e molto diverse tra loro. A Napoli è d’obbligo assaggiare pizza, sfogliatella e babà, ma anche il ragù e gli spaghetti con cozze o vongole (pietanze realizzate ottimamente anche nei comuni limitrofi); la parmigiana di melanzane è il piatto forte di ristoranti e trattorie, insieme alle zucchine alla scapece (fritte e condite con olio, aceto e foglie di menta) e alla pasta alla genovese (ottenuta con un sugo di cipolle cotte fino a diventare una crema). Non dimenticate, poi, la salsiccia con i friarielli, un tipo di broccolo dal sapore amarognolo soffritto con olio e peperoncino, magari da mangiare insieme al cosiddetto pane cafone di San Sebastiano al Vesuvio, dalla crosta croccante e la mollica corposa. Assaggiate, poi, i pomodori del Vesuvio sia rossi che gialli: questi ultimi, più particolari, sono caratterizzati da un gusto più dolce e lievemente acidulo, e se ne avete la possibilità, non rinunciate alla ricotta di fuscella di Sant'Anastasia. Gli amanti del buon bere, in questo territorio troveranno il paradiso: per il vino rosso, si consiglia il Piedirosso “Per'e Palummo”, per il bianco è possibile optare per una Falanghina o per il Coda di Volpe. Chi invece vorrà gustare un ottimo rosato potrà bere il famoso Lacryma Christi ottenuto con vitigni Piedirosso e Coda di Volpe. Albicocche, uva, ciliegie, fichi e gelsi bianchi e neri sapranno, poi deliziarvi insieme a tanti dolci tipici della tradizione napoletana.

Il territorio vesuviano è ricco di tradizioni ed eventi a cui partecipare. A Napoli, il 19 settembre si ferma tutto: è la festa di San Gennaro e tutta la città segue in trepida attesa la cerimonia dello scioglimento del sangue del Santo che si tiene presso il Duomo. A ottobre, invece è periodo di vendemmia e a Boscotrecase c’è la festa del vino, in cui si festeggia l’imbottigliamento del vino e si degustano i prodotti locali. Nelle ancora tiepide serate autunnali, spesso, gli scavi di Pompei, Torre Annunziata ed Ercolano promuovono visite al chiaro di luna (eventi programmati anche in primavera) un’esperienza unica al mondo, molto emozionante. Il 22 Ottobre a Torre Annunziata c’è la tradizionale festa della Madonna della Neve, che viene inaugurata con una processione mattutina e prosegue per diversi giorni, terminando con uno spettacolo di fuochi pirotecnici presso il litorale. Se vi trovate in visita in terra vesuviana a inizio novembre, in corrispondenza della celebrazione di Ognissanti, non dimenticate di assaggiare il torrone dei morti, il nome forse potrebbe scoraggiare, ma vi assicuriamo che è buonissimo: si tratta di un torrone morbido con vari strati di cioccolato, ripieno alle nocciole. A dicembre è la volta dell’arte del presepe, fiore all’occhiello di Napoli che nella zona di San Gregorio Armeno ospita botteghe di maestri artigiani che ogni anno creano opere meravigliose, inoltre sempre a Napoli, tante chiese o locali storici ospitano al loro interno mostre presepiali da non perdere! L’8 Maggio a Pompei si tiene la Supplica, dedicata alla Madonna del Rosario, una cerimonia religiosa di grande risonanza, che unisce gli abitanti della città con visitatori e fedeli provenienti da tutto il mondo. A giugno, invece, nei paesi di Trecase, Boscotrecase, Sant’Anastasia e Somma Vesuviana si festeggia la sagra dell’Albicocca del Vesuvio, una manifestazione che esalta e tutela questo alimento. Ma è il dal 3 al 5 agosto di ogni 4 anni, che si verifica un evento dalle grandi emozioni e suggestioni: la Festa delle Lucerne a Somma Vesuviana, dove le tradizionali lucerne a olio vengono montate su sceniche impalcature di legno, dando vita a sculture luminose dalle forme incredibili: una festa legata alla terra e alla storia contadina che celebra il fuoco il quale, dopo i raccolti estivi, arde le stoppe e prepara i campi a un nuovo ciclo.

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