Il Parco Nazionale del Pollino che comprende il versante Lucano, è una meta di indiscutibile incanto e bellezza. Il nome si deve al Monte Pollino, una vetta che fa parte dell’Appennino meridionale e che, secondo alcuni, per gli Achei era il “Monte di Apollo” (divinità protettrice della medicina) per la grande quantità di erbe officinali ancora oggi presenti sul territorio. Tanto grande da abbracciare montagne, vallate, borghi e comuni, rappresenta il fulcro verde della Lucania dove trovare tutti gli elementi ancestrali che ne hanno scritto la storia. Immergersi in questa terra significa entrare in una dimensione nuova, a tratti selvaggia, in cui i ritmi della natura e le antiche usanze di una volta dettano le regole del vivere quotidiano.
Il Parco Nazionale del Pollino comprende un’area di 192 mila ettari, e si estende tra il sud della Basilicata e il nord della Calabria. Rappresenta l’area protetta più grande d’Italia e comprende città e piccoli borghi immersi in una natura autentica e incontaminata.
Il Parco Nazionale del Pollino ha numeri da record: è la riserva più grande d’Italia e comprende nei suoi 192.565 ettari, due regioni - Basilicata e la Calabria - e 56 comuni. Il territorio del versante Lucano è più dolce rispetto a quello calabro (più aspro e “difficile”) ed è solcato da diversi fiumi, da alture che in inverno si coprono di neve e da quattro valli: Valle del Mercure, Valle del Sarmento, Valle del Frido e Valle del Sinni. Il Parco è un vero paradiso: il suo ecosistema vario e incontaminato offre rifugio al lupo appenninico, al gatto selvatico, al gufo nero e anche allo scoiattolo meridionale, che i più fortunati potranno vedere arrampicarsi su alberi secolari come castagni, faggi e Pini Loricati. Questi ultimi sono il vero simbolo del Parco del Pollino: monumentali e dal tronco ora irto, ora sinuoso e intrecciato, sembrano giganti di marmo scolpito. Il Parco del Pollino comprende nella sua grande estensione anche anche città e borghi antichi distribuiti sia sulle coste che nell’entroterra. Ognuno di essi ha tradizioni e caratteristiche che ne garantiscono l’unicità. Tra questi vi sono anche le comunità albanesi (Arbereshe), che giunsero in Basilicata nel XV secolo per difendersi dalle antiche invasioni dei Turchi e che oggi vivono in caratteristici centri abitati conservando le proprie usanze e culture.
I sapori della terra lucana sono semplici, ma allo stesso tempo ricchi di gusto e racchiudono storia, tradizione e amore per la terra. Nelle zone geografiche comprese nel Parco del Pollino, gli ingredienti principali sono quelli delle antiche comunità di pastori e contadini che ancora popolano queste terre: ortaggi, legumi, e formaggi, il tutto quasi sempre ravvivato da una nota piccante. Uno dei piatti forse più caratteristici è il “Raskatiello di Miskiglio” tipico della Valle del Serrapotamo: una pasta fresca fatta a mano a forma di sottili cilindretti: la farina è un miscuglio (da qui il nome della pietanza) tra quella di grano e quella di fave, questo perché, secondo la tradizione, nel 1600 a seguito di un periodo di carestia dovuto alla peste, il grano era troppo costoso per cui si pensò di mescolare la sua farina con altre più economiche. Nei pressi di Rotonda (PZ), invece, è celebre il cosiddetto “Fagiolo Poverello” DOP, bianco e liscio, ottimo da mangiare in insalate o zuppe. La carne e gli insaccati sono pietanze immancabili in basilicata e vengono ancora lavorati secondo i metodi tradizionali: la sopressata è uno di questi, da mangiare insieme ai peperoni cruschi di Senise soffritti in olio con le patate e al formaggio locale: tra le eccellenze segnaliamo il Pedraccio del Pollino che è un formaggio fresco e il Pecorino di Filiano, friabile e piccante, stagionato 180 giorni e oltre all’interno di grotte tufacee. Concludere un pasto con il dolce, soprattutto quando si è in viaggio e d’obbligo: nell’area del Pollino lucano sono ottimi i “Calzoncelli” ripieni di crema di ceci e cacao, i biscotti alle mandorle e vino cotto, fino ad arrivare al sanguinaccio, che vanta una lunga tradizione, ripieno perfetto per torte o crostate.